Fastidiosamente Utile

Pensare che anni addietro io abbia non solo pagato fior di euro per frequentare alcuni corsi, ma che addirittura credessi ciecamente a delle persone dalla comunicazione impeccabile, rivelatisi poi in realtà dei completi analfabeti funzionali, mi spezza il cuore e mi riempie di vergogna.

Sono stati forse gli errori più gravi mai compiuti nella mia vita. Ringrazio me stesso per essermi allontanato, per esser sempre stato curioso, per aver continuato a studiare e per aver messo continuamente tutto in dubbio.

Non erano una setta all’epoca, ma oggi sono sempre più un covo di ignoranti che spacciano fake news.

Credono che il 5G sia una specie di forno a microonde ma non sanno cosa siano in fisica la frequenza e l’ampiezza; tantomeno si chiedono cosa sia la potenza emessa. Ignorano che le radiofrequenze usate nelle telecomunicazioni non sono ionizzanti a differenza dei raggi solari.

Credono a medici radiati, per truffa, e li considerano martiri e vittime di complotto, su questo basano le loro folli decisioni sanitarie che mettono in pericolo i loro figli e la società intera.

Dicono di essere spaventati che il 5G modifichi il loro dna, e nel contempo credono che gli alberi possano fermarne il segnale, esattamente come se avessero paura di una pistola che non riuscisse a perforare un foglio di carta per stampanti; non riescono a capire che nel loro ragionamento perverso l’arma in questione non sarebbe che una semplice pistola ad acqua per bambini.

Per loro una scia di condensazione è “chimica”. Pensano che serva ad avvelenare, a caso per via dei venti, il popolo; senza pensare a tutti i metodi più semplici, logici ed economici che uno avrebbe per sparger veleno in modo mirato, senza scomodare migliaia di persone nell’ambito della aviazione. Ovviamente due chiacchiere esploratorie con meteorologo li metterebbero a tacere, ma per loro anche una biblioteca scientifica ha meno valore delle frasi scritte nei biscotti della fortuna.

Fantasmi ed alieni per queste persone sono la norma. In fondo, secondo loro, le prove per dimostrare qualcosa sono inutili, invece vogliono la prova contraria che dimostri loro che qualcosa non esista, per iniziare ad avere dubbi. Peccato che se tu credessi alle fate saresti tu a doverne mostrare le prove dell’esistenza, non io quelle di inesistenza.

La psicologia per questi individui è il nemico, ignorano persino la differenza tra uno psicologo, uno psicoterapeuta e uno psichiatra. Basano tutto sull’introspezione e negano i fatti oggettivi.

I medici nel loro mondo dei sogni avvelenano le persone per denaro, mentre le società che vendono acqua e zucchero a fior di euro sono la soluzione etica.

Dicono non ci sia nulla meglio delle cose naturali ma non si rendono conto che anche il veleno del cobra, le tossine del pesce palla ed i funghi velenosi sono tutte cose decisamente naturali.

Spiegano come sia facile cadere nell’errore creando delle credenze basate su riferimenti inventati e poi ne sono loro stessi l’esempio.

Sono sempre pronti ad appoggiare il complotto del momento per poi saltare sul successivo senza batter ciglio. Non sanno guardarsi indietro e vedere gli errori, perché il bias di memoria è per queste persone la norma. La loro percezione falsata li rende sordi e ciechi a qualsiasi critica.

Sono un gruppo virtuale che si fa forza l’un l’altro, polarizzando le loro idee oltre ogni logica.

Credono che il Covid19 non esista, che sia una semplice influenza, vogliono uscire e far casino, pensano che il governo abbia un qualche guadagno nel mantenere la quarantena. Sono semplicemente, e senza alcun dubbio, la stupidità fatta persona.

Se qualcuno volesse controbattere, in tono scientifici, io sono qui. Pronto a dimostrare i vostri errori, perché anche io ne ho commessi molti. Fatemi sapere quando. Vi affronterò con piacere qui sul mio blog o meglio ancora in diretta video su Facebook o Instagram, niente leoni da tastiera.

Niente shitstorm senza senso; voi proponete una delle vostre tesi insensate, io vi troverò le prove che la smentiscono. Se voi non sapete fare una ricerca che non coinvolga riviste predatorie, state tranquilli vi porterò io le fonti scientifiche, e magari ve le leggerò tutte ad alta voce, spiegandovele, perché potreste non avere confidenza con i termini delle vere pubblicazioni scientifiche.

Ve lo dico in modo chiaro e tondo, sono fastidiosamente utile, vi lascerò davanti lo schermo a leccarvi le ferite ma con la consapevolezza di aver sbagliato. Vi darò la possibilità di prendere una strada diversa, anzi, scusate mi correggo, non sarò io darvi la possibilità, ve la prenderete voi, quando davanti ai fatti capirete quanto siate, al momento, delle armi pericolose sia per la mente che per il corpo, di voi stessi ma sopratutto delle persone intorno a voi.

Fate girare la voce anche a tutti i complottisti, che siano terrapiattisti o aprituttisti, che siano novax o anti5g, qualsiasi fake news può essere smentita, vediamo con che coraggio tenterete di ignorare la realtà dei fatti. Soprattutto vediamo se avrete il coraggio di sparare idiozie in pubblico, in diretta davanti a qualcuno con una preparazione scientifica discreta.

Pensandoci c’è una soluzione alternativa: cancellate tutti i post di disinformazione e rimettetevi a studiare.

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Quando festeggeremo la parità?

Parità di diritti? È forse qualcosa di tanto strano?
In una democrazia mi sembra sia la base.

Uno stipendio equo a parità di competenze?
Dovrebbe essere semplicemente la norma.

Finché non si smetterà di discriminare per il genere, fin quando ci sarà ancora uno sguardo, un gesto o una parola che tenti di sminuire una persona, solo perché creduta appartenete del fantomatico “sesso debole”, sarà essenziale festeggiare nella Giornata Internazionale della Donna tutti i passi avanti che la società ha già compiuto, ricordando che c’è ancora strada da fare, per superare ogni forma di discriminazione che sia basata su sesso, genere, religione o colore, per eliminare la violenza ovunque si mostri, che sia per le strade o celata tra le mura domestiche.

È qualcosa di fattibile solo se affrontato da tutti, donne e uomini, di qualsiasi genere o preferenza, insieme, senza distinzioni.

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Una Risposta Semplice

Se qualcuno mi chiedesse come sistemare l’Italia la mia risposta sarebbe composta semplicemente da due parole:
Infrastrutture e Ricerca.

Per rimettere in funzione i servizi e per garantire che questi migliorino serve investire nelle Infrastrutture, tutto il resto si basa su questo; non vale la pena spendere denaro extra in null’altro, poiché le altre spese essenziali, quali previdenza, sanità ed istruzione, gioverebbero da tali migliorie. Strade, marciapiedi, rete idrica, fognature, collegamenti telematici, edifici e strutture dei comuni…

Poi la ricerca permetterebbe di avere brevetti italiani, spostare le risorse cognitive di nuovo nel nostro paese e poter vendere all’estero, non solo i nostri prodotti gastronomici o il nostro sottovalutato turismo artistico e storico, ma anche progetti, idee e progresso. Oltre a permettere un miglioramento della didattica e degli sbocchi professionali legati alle facoltà scientifiche.

Esempi pratici: rimetti a posto le strade e magicamente il traffico diminuirà, aumenta i controlli in strada, soprattutto riguardo i parcheggi folli, ed otterrai più fondi per mantenere in buono stato il manto stradale e le fognature, stesso dicasi per lo smaltimento rifiuti ed i trasporti pubblici; crea una commissione che studi un piano didattico per insegnare metodologie di apprendimento, quali la lettura semantica e le tecniche di memorizzazione e ripasso, e magicamente gli studenti avranno più mezzi per apprezzare i contenuti ottenendo risultati migliori, il che porterebbe ad una maggior livello di istruzione ed un drastico calo dell’analfabetismo funzionale.

Però chi decide come usare i fondi pubblici pensa alle apparenze, ai festival del cinema, alle gare sportive, ai fiori sulla Cristoforo Colombo, e mai alle reali priorità, così mentre si sperpera nel superfluo le infrastrutture cedono sotto il peso del disinteresse e la ricerca fugge all’estero.

Quella strana cosa chiamata amicizia…

Sono un tipo un solitario eppur sociale, diciamo che durante un evento mi metterei in disparte e passerei inosservato, per quanto una persona alta 1,95 possa esserlo, senza però sembrare completamente asociale; inizierei a parlare con qualcuno per trovarmi, dopo qualche ora, al centro dell’attenzione, magari con più della metà delle persone che ascoltano le mie storie. Si potrebbe dire che sono un saggio ed eccentrico eremita a cui piace in alcuni casi socializzare e per questa mia indole considero l’amicizia qualcosa di veramente speciale.

Proprio perché passo molto tempo da solo con la mia mente, nelle notti insonni o nel traffico di Roma, a pensare, leggere e scrivere, reputo il rapporto con gli altri qualcosa di elevato e prezioso nella mia scala delle priorità; gli amici importanti che ho sono pochi rispetto alla media, i conoscenti con cui ho rapporti amichevoli invece sono una marea e forse più. Cosa distingue gli uni dagli altri? Proprio quel concetto socialmente poco definito che chiamiamo amicizia.

Per convenzione riteniamo amici persone con cui abbiamo compatibilità di interessi, simpatia e fiducia reciproca, potremmo dire che queste sono le basi standard. Però ovviamente abbiamo persone con cui questa “amicizia” assume un significato diverso.

In molti dicono che distanza e tempo danneggiano i legami, ma questo è vero solo per i più basilari, queste “difficoltà” sono ininfluenti per le amicizie più “profonde”, perché si suppone che ad un certo livello la comprensione e la fiducia reciproca siano tali da non necessitare più conferme ulteriori.

Personalmente ho dei grandi amici a svariate centinaia di km da dove abito e che magari non sento per settimane, eppure sappiamo di essere presenti, anche solo nei pensieri, nella vita dell’altro.

Vediamo di capire come è composta un’amicizia profonda. Innanzitutto non ne esiste una versione universale, gli ingredienti sono sempre differenti e cambiamo sia a seconda del contesto culturale ma anche per le singole persone: a volte conta più la sintonia, a volte il divertimento; nel mio caso è composta da valori che variano molto, dalla complicità e l’empatia fino all’intelligenza e la curiosità.

Poi c’è una leggenda che riguarda il rapporto tra uomini e donne, sul fatto che non possano essere amici; scusatemi se per me è una solo leggenda, perché il punto della situazione non è assolutamente legato all’amicizia vera. Mi spiego meglio: l’amicizia trascende completamente età e sesso, perché semplicemente, seppur a vari livelli, è la base su cui sorgono tutte le altre relazioni sociali interpersonali. Le altre sono solo avventure o incontri, più o meno divertenti ma senza futuro.

Una coppia appena innamorata, così come degli sposi che vivono insieme da 50 anni, potranno avere una sana e duratura relazione amorosa solo se questa verrà costruita sull’amicizia, o per meglio dire, sui valori che appartengono alla loro amicizia “profonda” quella personale e privata; per questo motivo vi dico che , uomini e donne possono essere assolutamente amici, ciò che deve essere preso in considerazione ed esaminato sono invece le eventuali infatuazioni non reciproche o l’interesse passionale e sessuale che non si basano sull’amicizia, e che quindi non poggiano su fondamenta solide per poter costruire una relazione di coppia che sia stabile, felice e duratura.

Qualcuno potrebbe obiettare che alcune coppie sono nate da un colpo di fulmine senza che si fossero mai incontrate prima, non nego certo che l’attrazione fisica non sia importante, ma ritengo che in quei casi si sia sviluppata rapidamente quella base di amicizia che ha poi reso possibile trasformare un impulso sessuale in una relazione stabile e completa. Personalmente conosco diverse coppie felicemente sposate con figli che per anni sono stati semplici amici con varie relazioni separate, per poi costruire su quella struttura imponente che era la loro amicizia qualcosa più profondo, intimo e personale.

In alcune lingue, come l’inglese ad esempio, i nostri “ti voglio bene” e “ti amo” sono unificati in un generico “I love you”, la nostra origine latina ci semplifica questa comunicazione di sentimenti, ma allo stesso tempo ci spinge a separare i rapporti amichevoli e quelli amorosi. Per dirla in breve noi amiamo i nostri amici. Non ci sarà ovviamente quella componente sessuale ma non pensiate che i sentimenti di affetto che si nutrono per gli amici veri non siano una forma di amore. Magari non diremo spesso “ti voglio bene” agli amici e nelle relazioni di coppia i “ti amo” a volte mancheranno o saranno detti per abitudine, eppure vi chiedo di esaminare i vostri rapporti sociali con chi sia davvero importante e vicino a voi, così che possiate rendervi conto che amicizia e amore possono, no mi correggo, devono viaggiare di pari passo, mano nella mano. Se poi l’interesse reciproco e l’intimità si aggiungeranno a questa base allora, e solo allora, si potrà essere oltre che amici anche una coppia.

Due parole sugli amici di plastica su Facebook e sui vari social, impensabile che siano qualcosa di reale, loro sono una foto e qualche like, non abbiamo idea di chi siano o facciano in realtà; per un’amico vero invece vi fareste in quattro, vi trovereste a fare i salti mortali, gli stessi che fareste senza indugio per il vostro partner.

In fondo la vita é più semplice di quanto appaia quando si parla di relazioni, buona parte della confusione, dell’incomprensione e dell’infelicità si potrebbe evitare comprendendo cosa sia per voi l’amicizia, senza entrare nel panico delle emozioni, dei se, dei ma e dei forse.

Tu che mi leggi magari non mi conosci, forse non hai idea di chi io sia, potresti non essere ancora mio amico, forse non lo sarai mai, quello che però voglio comunicarti é di comprendere quanta confusione possa essere eliminata e quanto possano migliorare le relazioni basandosi sulle fondamenta dell’amicizia. Come fare? Parlandone con chi è per noi importante.

Se invece sei un mio amico allora ti saluto con un sincero e sentito “Ti voglio bene”!

Per chi non c’è.

Per chi ora non è lì con te, perché forse ti sei allontanato, perché magari non ne hai capito il valore e l’importanza o forse perché per mancanza di coraggio non hai mai detto ciò che sarebbe stato necessario.

Per chi ancora non è lì con te, perché forse hai smesso di cercare, perché magari hai chiuso gli occhi per non guardare, o forse hai deciso che non hai più tempo, senza capire che per trovare non basta solamente aspettare.

Per chi non sarà mai più lì con te, perché ormai è perso e non potrà più tornare.

Per te che non sei con chi per te è importante: se puoi chiedi scusa e perdona, se puoi chiama e fatti sentire, e se non puoi fare nulla di ciò, non smettere mai di ricordare; tieni i momenti felici stretti al cuore.

Tu che hai perso o che non hai ancora trovato, per te che leggi, sappi che ti capisco e ti voglio bene, e ricorda che altre persone si preoccupano e si interessano a te, anche se non le vedi o non le senti, forse addirittura anche se ancora non le conosci.

La mediocrità non è uguale per tutti

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Una maratona mediocre per un atleta olimpico può essere forse paragonata ad una maratona mediocre di chi passa la vita con il telecomando in mano, sdraiato sul divano?

Ovviamente no. Non siamo uguali, uno non vale uno, mi spiace perché sarebbe splendido se le capacità ed il valore di ognuno fossero pari; purtroppo anche se abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri, non possiamo e non dobbiamo dimenticare che le nostre prestazioni, conoscenze e capacità non si equivalgono.

Eppure spesso si assegnano ruoli professionali a chi ha competenze del tutto inadatte, pensando che possa imparare le nuove mansioni. Se è vero che con più meno facilità potrà apprendere sempre qualcosa di nuovo, resterà una realtà inoppugnabile che impedire di usare i propri talenti sia per una persona solamente una semplice cattiveria. Magari non un vero atto malvagio, ma in ogni caso un atto non funzionale e sicuramente poco saggio.

Il mio vecchio maestro spirituale disse che un portiere di una squadra di calcio non deve allenarsi a dribblare e tirare rigori, al contrario dovrebbe migliorare le sue doti nelle parate.

Allo stesso modo richieste di aiuto o informazioni, raramente saranno mirate ed utili; in particolare spesso ci si affida a persone competenti in campi di differenti, ma più vicine socialmente, invece che interpellare professionisti del settore.

Ed è questa una delle principali ragioni a monte della disinformazione, opinioni infondate a cui si da credito, riportandole poi ad altri soggetti dandole ancora più peso. Se poi finiscono scritte in post su Facebook con qualche “mi piace” sotto magari diventano addirittura virali.

Si parte da una domanda posta alla persona sbagliata, e si giunge a volte fino ad un dogma.

Quanto è svilente pensare che esistano ancora persone nel 2018 che credano che la terra sia piatta, che il sole giri intorno alla terra, che in ogni dove si nasconda un complotto, che esistano i rettiliani o che i vaccini non salvino le persone… ecco il risultato di non informarsi correttamente, di non fidarsi di persone esperte e competenti.

Perché se come esseri umano siamo sì tutti uguali, dobbiamo sempre ricordare che per nozioni, abilità e capacità siamo tutti diversi.

Attenzione a slogan poco ispirati che nascono una bugia enorme, impariamo a dare il giusto valore ai comportamenti e le competenze delle persone.

Ciò che ci distingue è la somma di capacità, etica ed esperienza, e questa diversità è la nostra vera forza.

 

La libertà ci porterà all’estinzione

È il veleno della mente più potente che esista, cancella e sovrascrive ogni tipo di ragionamento, falsa la percezione della realtà stessa; è un’idea folle che sarà la nostra distruzione.

La libertà.

Mascherata da virtù, inneggiata come ambizione pura ed assoluta, è purtroppo l’inganno più grande mai esistito.

Tutti i mali del mondo nascono dalla libertà, forse qualcuno potrebbe obiettare che quasi ogni azione si generi dalla libertà ma tutto ciò è formalmente inesatto.

Qualcosa di buono in senso assoluto può sí nascere liberamente ma al contempo deve seguire delle regole sociali e culturali che lo renderanno utile e positivo alla collettività.

Ma ti sfido a pensare a qualcosa di pessimo creato dall’uomo: dal nazismo alla schiavitù, dal terrorismo alla guerra.

Tutte queste atrocità nascono dalla libera idea di uno o più leader che esercitando la loro libertà, senza vincoli di regole morali e culturali condivise, dando vita a quello che potremmo chiamare semplicemente malvagità.

Vuoi avere libertà di scelta? Attento, perché se sei vivo oggi e se in particolare vivi in un mondo pieno di comfort è grazie più che altro a leggi e regole. Altro che pura libertà.

La libertà di scelta vaccinale ad esempio è un esempio di follia collettiva e stupidità estrema. Chiunque tu sia NON sei libero di interpretare i dati come ti pare, NO, devi seguire il metodo scientifico che ad oggi ha salvato miliardi di persone!

Pensa agli incidenti stradali, molti avvengono perché la gente “liberamente” infrange il codice della strada e invade corsie o non si ferma al semaforo.

Vuoi agire da uomo libero e fare quello che desideri senza rispettare le regole? Bene, ne pagherai il prezzo.

Ma ahimè non lo pagherai solo tu, perché troppo spesso la libertà miete vittime anche a distanza. Non esaurisce il suo potenziale distruttivo nella mediocrità del singolo ma spesso si ripercuote su chi ha la sventura di essere nel momento e luogo sbagliato, che si tratti di incidenti, contagi o attentati.

La libertà senza regole è il male assoluto, la giustificazione della stupidità, ed il veleno più dolce che la mente possa concepire.

E ricorda che ti sentirai veramente libero, probabilmente, solo quando sarai capace di esercitare la capacità di scelta nel rispetto di regole e leggi senza sentirti per questo limitato; perché saprai che liberamente hai scelto di essere in linea con chi ti circonda, senza azioni stupide o pericolose.

Pensa a tutti gli errori che hai commesso in nome della libertà, e poi rifletti su come potrai essere da oggi una persona migliore.

Opinioni vs Realtà

Robot e Umano si incontrano…

Robot: “Ciao, 1+1= 10”

Umano: “Ehm, no! 1+1=2”

Robot: “Guarda, secondo me il risultato è 10, non ci sono dubbi!”

L’Umano si informa e poi chiede al Robot: “Ma tu conti in binario?”

Robot: “Sì certo, perché tu no?”

Risponde l’Umano: “No, dalle mie parti si conta in decimale, ma ho capito il tuo modo di contare..”

Robot sorridendo: “Chiaro, non ci avevo pensato, abbiamo ragione entrambi perché contiamo con due sistemi differenti, tu in base umana, io in potenze di 2 come ogni sistema informatico.”

Si avvicina un’altra figura umana, l’Analfabeta Funzionale, che li guarda e dice con sicurezza: “Ciao a tutti, ho sentito le vostre opinioni, ma per me 1+1=58!”

Robot e Umano insieme: “Ma in che base conti?”

Analfabeta Funzionale: “La mia, che ovviamente è come la vostra ma non mainstream.”

Robot e Umano guardano l’Analfabeta Funzionale:”Aspetta, non abbiamo capito. Comunque ti stai sbagliando perché né in decimale né in binario 1+2=58!”

Analfabeta Funzionale: “È la mia opinione e quindi dovete rispettarla, non potete togliermi la libertà e controllarmi.”

Robot: “Ma la matematica non ha niente a che fare con la libertà di opinione.”

Analfabeta Funzionale: “E chi lo ha detto?”

Umano: “Non serve dirlo, chiunque si metta a studiarla non può che rendersene conto.”

Analfabeta Funzionale: “A me non interessa studiare la matematica, ad anche se non la conosco, nessuno mi può impedire di esprimere le mie opinioni a riguardo.”

Umano: “Stai scherzando?”

Analfabeta Funzionale: “No! Sono serio, per me 1+2=58!”

Umano: “Ma non ti stai basando su nessuna base matematica e scientifica, vero?”

Analfabeta Funzionale: “Esatto la mia opinione scientifica è contro il sistema, prima o poi qualcuno mi darà ragione! Lo griderò al vento e lo scriverò ovunque finché sui libri di scuola non ci sarà più la matematica, che tanto non serve a nulla!”

Robot e Umano, sorridendo, prendono a sprangate l’Analfabeta Funzionale lasciandolo sanguinante a terra. Da quel giorno utilizzerà anche lui il sistema decimale come tutti gli esseri umani e prima di aprire bocca si informerà da fonti attendibili.

Morale della favola:
Le opinioni hanno una base.
Chi sparla a vanvera ha diritto di esprimere falsità ma deve saper accettare l’evidenza dei fatti e ritrattare, altrimenti prima poi dovrà affrontare le conseguenze dei propri errori.

La colpa dei vaccini…

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È vero, è colpa dei vaccini stessi se adesso tutti sono contro le vaccinazioni.
In particolare i vaccini hanno un’unica colpa: FUNZIONANO.
Infatti non essendo più abituati a piangere morti o invalidità per morbillo, vaiolo, difterite o poliomielite, le persone hanno dimenticato la loro reale utilità.
Dando per scontato qualcosa di guadagnato con sforzi decennali, ora per i disinformati non esiste più la possibilità di comprendere il reale rapporto tra rischi e benefici.
Ma la cosa più triste è che una crociata di bufale, false notizie ed indignazione ad ampio spettro generale, potrebbe sfociare in qualcosa di realmente pericoloso per le generazioni future e per gli immunodepressi.
E purtroppo se la gente continuerà ad agire in modo oggettivamente stupido torneremo a piangere per il lutto e per il rimorso.
Mi rendo perfettamente conto che questo discorso sia totalmente inutile, perché sono davvero davvero poche le persone che fanno il minimo sforzo di informarsi SERIAMENTE. È più semplice condividere un video che leggersi qualche fonte bibliografica, ma è anche un modo pessimo e superficiale di giocare con la vita altrui.
Approfondimenti:
Articolo (estremamente dettagliato e ricco di fonti): InfoVac.ch Efficacia Vaccini
Video Facebook (ironico), per lasciarvi con un sorriso e magari la voglia di informarvi:

Repost da “Non si sevizia un Paperino

Pensavo di scrivere un articolo a riguardo, ma grazie al cielo ci sono altre persone che usano quel gran dono che è l’intelligenza.

non si sevizia un paperino

collodipapero

La settimana scorsa ci sono stati diversi commenti un po’ pepati perché, in un articolo che parlava di tutt’altro, abbiamo citato la questione vaccini. Se posti la parola “vaccino” su Facebook, non importa se inserita in un contenuto che verte su altri argomenti, scatenerai orde di commentatori monotematici, un po’ come se parli di veganesimo, se auguri “buon natale” sul gruppo Facebook dell’UAAR o se posti il nuovo logo della Juventus.

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Distopia e Stupidità Volontaria

distopia

Matrix, Hunger Games, The Giver, 3%, the 100, Divergent, Arancia Meccanica, Io Sono Leggenda, V for Vendetta, Cell, Maze Runner, Mad Max, Terminator , l’Esercito delle 12 Scimmie

Cosa hanno in comune queste opere?

La DISTOPIA.

Vale a dire una proiezione di una realtà opposta a quella auspicabile, in cui tutto o quasi è negativo, generalmente basata su di un mondo post apocalittico.

Lo sapete perché fanno così tante serie, libri e film in cui la razza umana sopravvive per miracolo dopo una catastrofe?
Perché la stragrande maggioranza dell’umanità è così stupida da meritare l’estinzione.

Troppo drastico? Cinico? Guardatevi intorno, nessuno cura la propria mente, ci avveleniamo ogni giorno, dimentichiamo ogni lezione utile, crediamo non in base alla verità ma in funzione della simpatia. Nessuno si informa più, ma tutti si disinformano con i social media.

Sto generalizzando, è vero, ma quando la percentuale di persone che coscientemente decide di comportarsi in modo stupido è così alta direi che parlare di tutti, anche se statisticamente errato, possa essere comunque perdonato.

E mi piange il cuore ascoltare persone che credono nelle favole più assurde, a storie false facilmente verificabili, che si ostinano a bruciare le loro capacità cognitive.

Con una mia cliente, che potrei già definire amica, abbiamo parlato dell’intelligenza e di quanto chi sia sopra la media si possa sentire solo.

È una grande verità che purtroppo poche centinaia di persone al mondo possono capire appieno, magari tu potresti pensare di comprendere le sensazioni di che vede errori, imprecisioni e lentezza in tutto ciò che lo circonda, ma in realtà non ne hai idea, perché statisticamente in Italia non ci sono altre persone che possono veramente vedere la direzione che la gente comune sta prendendo: del suicidio sanitario ed intellettivo che lentamente stanno praticando, condannando familiari, amici ed ahimè figli.

Se anche tu sei attento a ciò che accade intorno a te saprai di cosa sto parlando.

Altrimenti ti auguro con tutto il cuore di aprire gli occhi e guardare dove stai andando, perché nessuno può salvare la tua intelligenza se non te.

F.

Capodanno?

 

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Nessuno ci pensa mai ma anche se non è una festività religiosa il capodanno si basa su un dogma cristiano: contiamo gli anni, nel mondo occidentale, dalla nascita di Cristo.

E domani, mentre si festeggerà il 2017, sarà per il calendario Buddhista il 2560, per quello Ebraico il 5777, per gli amici Islamici il 1438 e per chi segue il calendario Persiano il 1395.

Ovviamente per ogni calendario il primo giorno dell’anno differisce, ed è per questo motivo che non farò auguri per un “anno” nuovo in questo momento.

Piuttosto esprimerò dei desideri e vi inviterò a sognare, non perché sia un giorno speciale ma perché socialmente è il momento migliore per pensare al futuro.

Desidero che la giustizia faccia il suo corso e sia uguale per tutti.

Desidero un’informazione pubblica libera e sincera.

Desidero che la gente lavori bene e che sia ben retribuita.

Desidero che le risorse siano distribuite per favorire il maggior numero di persone.

Desidero una società basata sui meriti.

Desidero ricerche scientifiche che puntino a soluzioni reali ed efficaci.

Desidero che la gente impari a nutrirsi correttamente.

Desidero studenti curiosi che vogliano imparare.

Desidero che ognuno abbia ogni giorno almeno un motivo per sorridere.

Ciò che non desidero, ma che farò in prima persona, sarà ogni giorno di impegnarmi al mio meglio per esaudire i miei ed altrui desideri.

L’incomprensibile leggerezza delle relazioni.


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Il veleno delle relazioni è l’incomprensione.

C’è chi non sa esprimersi e non fornisce alcun contesto alle sue affermazioni, oppure c’è chi non può capire perché non ascolta, non osserva e non pensa.

In termini scientifici tutto ciò si potrebbe definire incapacità di mentalizzare (Teoria della Mente); vale a dire l’impossibilità nel comprendere che il nostro interlocutore possa avere una mente differente dalla nostra.

In PNL, in modo meno scientifico e più generale, si dice che la “mappa non è il territorio“. Ma in questo contesto indico proprio quella mancanza, quasi patogologica, nell’applicazione della Teoria della Mente, che pur non sfociando nell’autismo, sotto stress o picchi emozionali, rende impossibile la comprensione degli altri.

In questi casi potrai essere il miglior comunicatore del mondo, potresti anche impegnarti oltre ogni limite, ma se il tuo interlocutore non vorrà capirti farai meglio a lasciar perdere. Non esiste miglior risposta che il silenzio per chi non vuole ascoltare.

Meglio non sprecare neanche un minuto con chi brucia il tuo tempo. Nessuno te lo renderà mai indietro, ed il tempo sprecato non diventerà mai neanche un bel ricordo.

Può essere difficile a volte rinunciare ad esprimere i propri pensieri quando qualcuno si ostina ad offendere o a diffondere menzogne, ma se questo qualcuno è incapace di ascoltare, che ne sia consapevole o meno, per il nostro stesso bene sarà meglio investire le nostre risorse mentali ed emozionali con qualcuno che le sappia comprendere.

Perché anche se troppo sottovalutata:

L’insostenibile leggerezza dell’incomprensione, è quel vuoto che corrode ogni relazione.

Non è la religione che rende un uomo buono.

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È necessario fare una distinzione, in momento come questo in cui la generalizzazione esplode incontrollata e pervade ogni media:

Non sono le religioni che rendono più o meno buone le persone.

Non sono correlate alla virtù o all’amore, non hanno attinenza con la bontà o la generosità. Può sembrare contro intuitivo, ma basta pensare agli agnostici ed agli atei che si impegnano per il bene comune piuttosto che ai pazzi e corrotti che frequentano templi, chiese e moschee.

La cultura è fortemente legata a valori, l’educazione influisce sul temperamento e la personalità, ma la religione, indifferente quale che sia, è solo un mezzo. Un mezzo per dare sfogo o confermare le proprie idee, per affidarsi a qualcosa che non necessiti una comprensione logica, per delegare alcune scelte morali.

Le religioni possono essere pericolose, in quanto strumenti, quanto dei coltelli. Tanto utili per tagliare il cibo, tanto dannosi se usati come armi. Sono millenni che le fedi monoteistiche aspettano un giorno finale, un messia, una seconda venuta, l’apocalisse, la fine del mondo. Che ci siano persone splendide di fede cristiana, musulmana o ebraica, insieme a dei preti pedofili, dei fondamentalisti della jihad o del sionismo, ci fa capire come sotto il mantello delle religione sia semplice nascondersi e mostrare le attitudini più personali.

Il dramma della Torah, del Corano e della Bibbia sono le migliaia di anni e le centinaia di persone che hanno scritto, tradotto, interpretato parole scritte da uomini. Qualcuno potrà credere all’ispirazione divina, ma poi dovrà spiegarsi a mente lucida come mai tutti questi testi “sacri” risalgano a periodi storici mentre oggi il divino non detta più nulla. Non metterò mai in dubbio che esista una forza di amore e felicità ma pensare che decida di interferire con il libero arbitrio, manifestarsi in singole persone, e dettare messaggi pieni di saggezza misti ad odio e razzismo, beh, scusatemi qualcosa non quadra.

Basta studiare un po’ di filosofia della mente per cogliere dettagli sulle religioni che le sottraggono dal trono su cui gli uomini le hanno poste. È sufficiente pensare a quante poche persone seguano un credo diverso da quello della famiglia di origine, per comprendere che la religione è un mezzo di educazione culturale per legittimare lo status quo. Pensaci bene, se tu fossi nato in un altro continente, in un’altra cultura, credi che professeresti la stessa religione? È stato il caso a farti nascere proprio lì o una forza superiore divina? Direi che l’ipotesi del dio misericordioso che ama tutti non possa essere presa in considerazione, altrimenti perché avrebbe dovuto far nascere altre persone in zone sotto religioni “concorrenti”, non sarebbe affatto giusto. Direi che il caso e il karma siano le due soluzioni più probabili. Non tiriamo fuori i misteri della fede, perché sono la scusa con cui le religioni spengono l’intelletto.

Conosco persone fortemente spirituali che sono agnostiche così come conosco persone che si professano credenti e praticanti ma vivono nel materialismo e nell’incongruenza più assoluta; purtroppo conosco ancora pochissime persone che si impegnano nel credere nella realizzazione e nella consapevolezza, nell’agire in modo virtuoso, nel vivere nell’amore e nel comportarsi con saggezza.

Se il sentiero spirituale della tua fede non punta realmente e direttamente alla felicità vera di ogni essere vivente, allora hai un problema. E non dare la colpa alla tua o altrui religione, alla chiesa, agli infedeli e a tutti quelli che discrimini, perché non c’è colpa ma solo una responsabilità: quella di aver smesso di ragionare per paura del cambiamento.

Non sei la tua religione, la religione deve essere il tuo mezzo per progredire spiritualmente senza danneggiare gli altri.

Forse è meglio che tu non legga questo articolo.

Nota per i lettori:
Come mai due articoli a distanza di qualche ora?”
Perché ho deciso di dividere in due un concetto:
nel precedente post è espresso con più leggerezza,
qui invece ci sono andato un bel po’ pesante,
per cui la lettura è a tuo rischio e pericolo.

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Ora faccio incazzare qualcuno…

 

Dal corano 9:29 testuale, parola per parola:

Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati.

Dal deuteronomio 17:2-7 (antico testamento, bibbia), sempre parola per parola:

2 Se si trova in mezzo a te, in una delle città che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà, un uomo o una donna che faccia ciò che è male agli occhi dell’Eterno, il tuo DIO, trasgredendo il suo patto,
3 e che vada a servire altri dèi e si prostri davanti a loro, davanti al sole o alla luna o a tutto l’esercito celeste, cosa che io non ho comandato,
4 e ti è stato riferito e ne hai sentito parlare, allora investiga diligentemente; e se è vero e certo che tale abominazione è stata commessa in Israele,
5 farai condurre alle porte della tua città quell’uomo o quella donna che ha commesso quell’azione malvagia, e lapiderai con pietre quell’uomo o quella donna; così moriranno.
6 Colui che deve morire sarà messo a morte sulla deposizione di due o di tre testimoni; ma non sarà messo a morte sulla deposizione di un solo testimone.
7 La mano dei testimoni sarà la prima a levarsi contro di lui per farlo morire; poi seguirà la mano di tutto il popolo; così estirperai il male di mezzo a te.

  In questo momento mi vengono in mente parole assai poco gentili, ma mi limiterò a ripetere che la fede cieca è sinonimo di stupidità, il credere a testi “sacri”, che si contraddicono ogni 100 pagine, porta solo ad ignoranza e discriminazione. Se i testi della tua religione parlano di uccidere infedeli o chi va contro le tue regole della tua divinità vendicatrice (perché, anche se sempre citata come piena di perdono sia per l’islam che per i cristiani, mi sembra che leggendo qualche pagina sia una solo una menzogna bella e buona) forse è il caso di far cambiare qualcosa nei libri della tua religione, oppure cambiarla con un’altra che sia più pacifica e realmente amorevole.

Per chi dicesse che ho preso solo un esempio fuori dal contesto, allora vi rispondo che il contesto non più in quelle vecchie pagine ma nelle strade del mondo, in medio oriente, a Gerusalemme, in Europa, a Parigi. Se i cristiani buttassero l’antico testamento e si accontentassero degli insegnamenti dei vangeli, e con qualche altra pagina del nuovo testamento (non tutto perché anche l’apocalisse la lascerei fuori), ed i musulmani lasciassero solo gli insegnamenti positivi di Maometto bruciando le pagine in cui si parla di guerre, combattimenti e schiavitù, senza dimenticare i giudei che anche nei loro testi dovrebbero fare una bella pulizia, allora e solo allora, il mondo riuscirebbe a trovare una situazione di stabilità e pace.

Ma visto che la fede cieca spegne la ragione, allora chi si sente ispirato da un dio può partire per le crociate, creare l’inquisizione, iniziare una jihad offensiva e massacrare gli infedeli.

Così mentre in Italia, nazione storicamente cattolica, si litiga per i crocefissi nelle scuole, per il maiale nelle mense, per il presepe e per babbo Natale, io che seguo gli insegnamenti buddisti tibetani mi chiedo cosa ci sia di male nel rispettare gli altri, cosa ci sia di sbagliato nel permettere quelle scelte che in fondo non ci cambiano la vita, come una croce appesa ad un muro. Io non credo né in dio né in allah, ma se vedo un simbolo sacro non mi scandalizzo, il natale per me non è una festa religiosa, ma non vedo quale sia il problema di un presepe. Non mangio carne né latticini, ma se nella mensa trovo qualcosa che mi sazia senza questi ingredienti, mentre accanto a me si nutrono con salsicce e scamorza, sono contento comunque. Giro con l’aksamala al polso e non credo che nessuno possa criticarmi per questo. I rosari cristiani e islamici derivano da quelli induisti e buddisti, per cui gli amici armati di bibbia e corano non hanno nessuna argomentazione valida per sminuirli.

Considerando che l’integrazione culturale NON è una strada percorribile, perché non possiamo limitarci al rispetto e la convivenza pacifica, dando importanza al luogo in cui viviamo? Quando entro in casa di qualcuno non impongo le mie regole, culturali o religiose che siano, allo stesso modo mi aspetto che chi visiti la mia abitazione non si lamenti delle statue dei Buddha Amitaba e Matreya o delle Mala.

Le religioni dovrebbero essere un mezzo per l’evoluzione spirituale, per raggiungere la vera felicità. È giusto che ognuno trovi la sua strada, purché la direzione sia sempre verso il benessere dello spirito, la realizzazione e la felicità, altrimenti c’è qualcosa che non va. Fatti un esame di coscienza: la tua religione ti porta verso la vera felicità spirituale, in armonia con gli altri, rispettando le emozioni che provi tu e le persone vicine a te? Se sì, ottimo continua così. Altrimenti mi dispiace ma finora hai sbagliato tutto, se vuoi un aspetto positivo e che non è ancora troppo tardi per cambiare. E con questo non voglio “convertire” nessuno, ma desidero che tutti aprano gli occhi e osservino la loro fede con attenzione, da un punto di vista se possibile più esterno.

Avrete notato alcuni nomi lasciati in minuscolo, non sono errori, è una scelta voluta che vi dovrebbe far riflettere.